L’industria immobiliare italiana, dopo un periodo di grande entusiasmo successivo alla pandemia, sta mostrando evidenti segni di rallentamento.
In un contesto economico generale sempre meno favorevole, le opportunità di accesso alla proprietà stanno diventando sempre più problematiche. In particolare, la diminuzione del potere d’acquisto, la diminuzione delle possibilità di risparmio e l’aumento dei tassi di interesse hanno effettivamente ridotto una considerevole parte della domanda potenziale, con conseguenti effetti significativi sui prestiti ipotecari e sul numero di transazioni immobiliari residenziali.
Questi sono i risultati emersi dal secondo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma, che ha anche analizzato le performance immobiliari delle principali città italiane.
Secondo i dati di Nomisma, in questa situazione economica le famiglie si sono trovate improvvisamente più vulnerabili, con una diminuzione drastica della propensione al risparmio. Inoltre, i tassi di interesse in continua crescita rendono difficile per molti l’accesso al credito necessario.
L’aumento del rischio associato agli investimenti immobiliari da parte delle banche ha portato a una riduzione delle erogazioni di prestiti, con conseguenze inevitabili sull’attività di transazione in tutti i settori.
Considerando invece l’indice di performance relativo al mercato della locazione, emerge per il quarto semestre consecutivo, una crescita. Complessivamente le abitazioni locate nel 2022 ammontano a poco meno del 6% dello stock disponibile.
Nello specifico, la componente delle locazioni di medio-lungo periodo fa segnare una flessione, con un calo superiore al 4% per i contratti ordinari e una riduzione dell’1,5% per quelli di tipo agevolato. La componente di breve periodo, al contrario, vede aumentare dello 0,6% gli immobili locati a canone libero.
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