Ieri a Bruxelles il primo trilogo sulla revisione della direttiva europea sulle case green, la Epbd, Energy performance of buildings directive. Dopo aver ottenuto il primo ok dal Parlamento europeo (il 14 marzo 2023), il 6 giugno si è tenuto a Bruxelles il primo appuntamento per avviarevi negoziati e giungere ad una mediazione su un testo condiviso.
Le case sono attualmente classificate in base alla prestazione energetica; conoscere quindi la classe energetica è importante perché permette di sapere il fabbisogno energetico di un edificio o di un’abitazione e di conseguire risparmi. Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici è necessario redigere l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), il documento che certifica il consumo energetico di un edificio, obbligatorio dal 1° luglio 2009 in caso di compravendita e dal 1° luglio 2010 in caso di locazione.
La direttiva Epbd sulle “case green” è un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea finalizzato a promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica. Si utilizza il termine “case green” proprio per indicare gli immobili con risparmio energetico ed emissioni di gas nocivi pari o vicini allo zero. La direttiva prevede, infatti, emissioni zero per gli edifici e di conseguenza ristrutturazioni per gli immobili che non risulteranno a norma.
Nello specifico gli immobili residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033; gli altri edifici, invece, la classe E a partire dal 2027 e la D dal 2030; tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.
L’obiettivo della direttiva è quello di stimolare le ristrutturazioni di edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri.
Per quanto riguarda gli esoneri i Paesi Ue avranno la facoltà di escludere dall’applicazione della nuova normativa gli edifici: ricadenti nei centri storici, vincolati dai Beni Culturali, le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto. Ma anche le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.
Tuttavia, l’entrata in vigore del provvedimento non è ancora vicina; il recepimento degli Stati membri, probabilmente, non avverrà prima del 2025.
Ad oggi, per effettuare un adeguamento alla direttiva è richiesto un taglio dei consumi energetici di circa il 25%. Per ottenere un miglioramento di classificazione gli edifici dovranno quindi effettuare gli stessi interventi previsti oggi per il Superbonus: coibentazione dell’edificio con il cappotto termico, installazione di nuove caldaie a condensazione, sostituzione degli infissi, installazione del fotovoltaico.
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